Freedom.

21.10.09

Estratti: 1 - L' Insostenibile Leggerezza dell' Essere

E' normale essere confusi. E' normale guardare fuori dalla finestra e rendersi conto di non sapere cosa si prova, se isteria o amore. E' del tutto naturale non sapere quello che si vuole. Non si può mai sapere cosa si deve volere perchè si vive una vita soltanto e non si può ne confrontarla con le vite precedenti, nè correggerla nelle vite future. Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perchè non esiste alcun termine di paragone. L' uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno "schizzo" è la parola giusta, perchè uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro. Quello che avviene soltanto una volta è come se non fosse mai avvenuto. Se l' uomo può vivere solo una vita, è come se non vivesse affatto.

Qualsiasi studente nell' ora di fisica può provare con esperimenti l' esattezza di un' ipotesi schientifica. L' uomo, invece, vivendo una sola vita, non ha alcuna possibilità di verificare un' ipotesi mediante un esperimento, e perciò non saprà mai se avrebbe dovuto o no dare ascolto al proprio sentimento.

La scoperta di essere del tutto impotente fu come una mazzata, ma allo stesso tempo lo calmò. Nessuno lo obbligava a prendere una decisione. Non era costretto a guardare il muro della casa di fronte e domandarsi se voleva o non voleva vivere con lei. Lei aveva deciso tutto da sola. Lui andò a mangiare al ristorante. Si sentiva triste ma, mangiando, fu come se la disperazione iniziale si fosse indebolita, come se avesse perso vigore e non ne fosse rimasta che la malinconia. Riandava agli anni vissuti con lei e gli sembrava che la loro storia non potesse concludersi in maniera migliore. Se qualcuno avesse inventato quella storia, non avrebbe potuto farla terminare altrimenti. Pagò, uscì dal ristorante e cominciò a passeggiare per le strade pieno di una malinconia che diventava sempre più bella. Aveva dietro le spalle sette anni di vita passati con lei e adesso si rendeva conto che quegli anni erano più belli nel ricordo che non quando li aveva vissuti. L' amore fra lui e lei era stato bello ma anche faticoso: aveva sempre dovuto riparare, tirarle su il morale, consolarla, dimostrarle ininterrottamente il proprio amore, subire le accuse della sua gelosia, del suo dolore, dei suoi sogni, sentirsi colpevole, giustificarsi e scusarsi. Ora, la fatica era scomparsa e rimaneva solo la bellezza. Il sabato volgeva alla sera, per la prima volta lui passeggiava per la città da solo e respirava a fondo il profumo della libertà. Per sette anni aveva vissuto legato a lei e ogni suo passo era stato seguito dai suoi occhi. Era come se lei gli avesse legato alla caviglia una palla di ferro. Ora il suo passo era tutt' a un tratto più leggero. Quasi si librava nell' aria. Era entrato nello spazio magico di Parmenide: assaporava la dolce leggerezza dell' essere.


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